lunedì 15 settembre 2008

Trofie alla cicoria e guanciale

cavolo ne è passato di tempo!


non ricordavo neanche di avere un blog, anzi, per fortuna maria mi ha regalato un bellissimo quadernino dove appuntare ricette altrimenti credo che sarebbero passati altri 3 mesi di inattività bloggatorio-gastronomica.

Ancora non ho messo il titolo al post, non so che ricetta scriverò, in questi mesi sono cambiate tante cose, l'italia ha cambiato allenatore, io forse cambierò città et università e soprattutto con l'estate sono cambiate le abitudini mangerecce, però tutto è destinato a ripetersi, come l'alternarsi delle stagioni, infatti Lippi è tornato alla guida della nazionale, io tornerò a studiare ed è tornato l'autunno...(mi rendo conto che sto scrivendo stronzate, non vi preoccupate ne sono cosciente)

--------------illumiazione-------------
la ricetta che vorrei postare oggi me l'ha suggerita un amico che non vedevo da qualche tempo, credo sia molto gustosa e non difficile quindi ve la espongo così come mi è stata detta, si tratta di:


Trofie con cicoria e guanciale (leggera non trovate?)


Ingredienti per 4 studenti:


500 gr di Trofie (o strozzapreti o maccheroni calabresi o pasta fresca simile)

500 gr di cicorietta romana (sembra tanta ma poi vedrete che bollendola si riduce un casino)

300 gr di guanciale

uno spicchio d'aglio

pecorino romano

pepe nero

peperoncino piccante

pecorino romano q.b.

olio extravergine di oliva

sale q.b.


Preparazione:

Pulite la cicoria tagliando la parte più dura del gambo (si dice gambo? mica è un fiore, cmq avete capito spero) e mettetela a bollire in una pentola capiente piena d'acqua salata (ma non troppo salata), se la cicoria è tenera ci vorrà circa una mezzoretta, se è più dura un'ora, vi consiglio di calcolare un oretta, male che và mettetela da parte una volta cotta a puntino, per sapere se la cicoria è pronta usate il metodo "empirico-sperimentale" che il caro Francis Bacon ha così bene illustrato nei suoi scritti (il filosofo non il pittore), ovvero: provatela, se è dura fatela stare ancora a bollire.

Quando la cicoria sarà cotta scolatela, tritatela sommariamente e mettetela in un piatto.

Mettete sul fuoco la pentola per la pasta con molta acqua (le trofia vogliono molta acqua) e quando bolle preparatevi a "calare" le trofie.

In una padella molto capiente mettete un pò di olio, uno spicchio d'aglio (se adorate l'aglio tagliatelo in 2 o 4 parti, se non vi entusiasma lasciatelo intero e levatelo a fine cottura, se siete vampiri non utilizzatelo) il peperoncino ed il guanciale tagliato a listarelle sottili, badate a non mettere troppo olio perchè il guanciale è tutto grasso quindi ungerà a dovere la padella.

Quando il guanciale prenderà colore aggiungete al preparato la cicoria e "ripassate" il tutto aiutandovi con un cucchiaio da cucina.

Scolate la pasta al dente e versate le trofie nella padella e continuate a mescolare aggiungendo un pò di pepe nero e pecorino a volontà.

Assaggiate e se il gusto vi aggrada sbafate il tutto senza avvertire gli altri ragazzi intenti a giocare alla playstation nell'altra stanza.

Se durante la preparazione avrete ascoltato qualche pezzo degli Ardecore (de roma!) il piatto ne avrà giovato abbastanza, le orecchie meno, ma si tratta di gusti...


Ecco, alla proxima...

nick

venerdì 27 giugno 2008

polpettine di ricotta e spinaci

la ricetta che voglio postare oggi , dopo un sacco di giorni di vuoto di cucina e di scrittura causa università, è quella delle polpettine con ricotta e spinaci. Il connubio ricotta/spinaci è talmente sputtanato e inflazionato che c'è ben poco da aggiungere. Ovviamente potete usare questo piatto in aggiunta a dei tortellini o dei ripieni con gli stessi ingredienti. 

Gli ingredienti x 4 persone sono:

250 grammi circa di ricotta

400 g /mezzo chilo di spinaci, possibilmente piccoli e freschi

50 g di farina

olio extravergine d'oliva

sale 

pepe

chi la trova o ce l'ha la noce moscata


Allora, la preparazione è molto semplice. 
Per prima cosa, bisogna lavare bene gli spinaci, e poi cuocerli in una pentola x 5/10 minuti (dipende da quanto sono grossi o teneri). Ovviamente non va aggiunta acqua perché li spinaci ne contengono un sacco e ne contengono abbastanza.Dopo aver cotto gli spinaci è necessario farli raffreddare e scolarli per bene.
Se si è in possesso di un frullatore è il momento buono per usarlo, altrimenti si fa a mano.
Allora, bisognerebbe mettere spinaci, ricotta, noce moscata, farina, olio, sale e pepe nel frullatore e frullare, altrimenti si cerca di schiacciare tutto a mano.
Nel frattempo si prepara il forno a 180°, e quando si è mixato il tutto prenderne a poco alla volta in palline e disporli in una teglia con la carta forno. si tengono in forno 15", ci si accorge che vanno tolte perché si crea una sorta di crosticina più dura e più  dorata.
come si puà vedere è semplissima... 

domenica 15 giugno 2008

Tagliatelle alle verdure (quando una carota ed una zucchina possono salvarti la vita, almeno per un giorno).

Se avete modo di affettare molto fini le verdure o/e avete in casa una grattugia (cazzo! è la prima volta che scrivo" grattugia"! mai scritto in vita mia! che emozione!) per verdure continuate a leggere questa ricetta, altrimenti passate avanti o indietro, troverete qualcosa per voi trogloditi che usate affettare le verdure con un'ossidiana smussata legata ad un ramo di abete.

Il piatto è molto semplice: carote, zucchine, basilico e parmigiano e tagliatelle, se non avete le tagliatelle (consiglio quelle verdi!), potete ovviare con un'altra pasta all'uovo, tipo garganelli, fettuccine o quello che volete voi, se non avete proprio pasta all'uovo allora andate a comprarla!
Questa ricetta è molto utile soprattutto nei periodi di magra, quando si ha in casa un pò di carote ed un pò di zucchine, per la pasta tranquilli, se proprio non avete la pasta all'uovo usate penne o pasta corta in genere, si fa quel che si può!
Ma adesso basta con le fregnacce, badiamo al sodo!



Tagliatelle alle verdure
Ricetta per 4 studenti

Ingradienti:
  • 500 gr di Tagliatelle all'uovo
  • 3 zucchine
  • 3 carote
  • 3 un ciuffetto di basilico (uhmm forse anche "ciuffetto" non ho mai scritto in vita mia! oh forse si! bho!)
  • parmigiano a volontà (parazumpa zumpa pà)
  • uno spicchio d'aglio
  • olio q.b. (figata "q. b.")
  • un peperoncino piccante (facoltativo)
  • una padella Wok (vi ho stupito he? dite la verità!)
  • uranio impoverito

(in caso non lo trovate dal fruttarolo all'angolo anche un pò di pepe nero macinato può andar bene, ma la ricetta ci perde! vi avverto!)



Elaborazione:



Mettete l'acqua della pasta, fin qui semplice no?
Affettate con una lunetta o grattugiate dai forellini più larghi le carote e le zucchine in modo da creare listarelle molto sottili e tritate un pò di basilico.
Mettete sul fuoco a fiamma dolce la Wok e coprite il fondo con dell'olio extra vergine d'oliva, indi buttateci dentro l'aglio, il peperoncino piccante (se lo volete e non soffrite di emorroidi o ipertensione), e quando l'olio sarà ben caldo le verdure (carote, zucchine e basilico tritato), alzate un pò la fiamma (che sia moderata) e fate andare per circa dieci minuti, di tanto in tanto aggiungete un pò d'acqua di cottura, fondamentale che le verdure non si friggano nè si brucino, devono solo "ammosciarsi".
Quando l'acqua della pasta inizierà a bollire (lo avete fatto? se non l'avete fatto allora tornate indietro nel tempo e fatelo) buttate la pasta e state attenti a scolarla al dente (la pasta all'uovo si cuoce in fretta, state attenti all'orologio, in genere sta sui 5 minuti).
Scolata la pasta potete gettarla violentemente nella padella ed iniziare in assoluto silenzio il sacro processo della mantecatura mentre un estraneo ma benevolo complice inizierà a grattugiare con buona lena un bel pò di parmigiano nella padella, pepate!
Durante la mantecatura aggiungete l'uranio inpoverito, circa un cucchaino da caffè, in caso non ne siate in possesso va bene anche una punta di cucchiaio da cucina.
Servite in piatti piani con un una foglia di basilico per guarnizione ed un pò di olio a crudo che fa sempre bene!
Chi non è vegetariano può usare al posto del basilico una bistecca di manzo, o di vitella, a discrezione.

Consiglio vivamente di preparare questo gustoso piatto ascoltando "Minor Threat" dei "Minor Threat" tratto dall'album "Minor Threat" uscito per l'etichetta Minor Threat Records, nell'anno I° Minor Threat (che sarebbe il 1981).


La messa è finita andate a mangiare!



Nick


















Questa è una grattugia per verdure


Questa è una padella Wok


Questo è un triangolo.

sabato 14 giugno 2008

"TIELLA" O GRATIN DI PATATE

Quella che voglio postare oggi è una ricetta tipica calabrese: la cosiddetta "tiella" di patate. In Calabria si trovano delle patate veramente ottime che provengono dalle montagne della Sila. La prerogativa delle patate per la tiella però è un'altra e cioè che le patate siano novelle. Questo quindi è il periodo ideale per il gratin.

Sono necessarie per 4 persone:

una dozzina di patate (non spaventatevi, sono minuscole ste patate)

un piatto di parmiggiano grattugiato

un piatto di mollica di pane grattugiato

sale

pepe nero

tre foglie di alloro

prezzemolo

olio extravergine d'oliva

per chi lo gradisce -io non lo metto mai però- aglio

Io ho appena finito di preparare questa ricetta e sto ascoltando THE GOOD, THE BAD & THE QUEEN, che ci sta proprio bene e mi mette a mio agio...

Allora, bisogna innanzi tutto lavare le patate, e poi affettarle, in maniera non troppo sottile.
Bisogna disporre di una pirofila possibilmente, ma anche una normale teglia va bene.
Il procedimento è molto semplice: bisogna fare uno strato con le patate, aggiungervi il pane, sopra mettere uno strato bello spesso di mollica, uno di parmiggiano e poi l'alloro (una foglia divisa in 4/5 pezzetti), il prezzemolo (poco, e solo per chi lo gradisce), e il pepe nero.
Sopra ancora si mette un altro strato di patate e così via. gli strati dipendono dall'altezza della pirofila ma di solito sono 3 (cioè tre di patate, tre di pane e tre del resto...).
Quando si è proceduto al completamento d questi strati, bisogna versare qualche cucchiaio di olio e un bicchiere abbondante di acqua.

La pirofila va messa in forno a 180° per 45/50 minuti circa.

Lo stesso procedimento si può fare con altri tipi di alimenti, come i carciofi o le alici. Magari prossimamente le posterò...

venerdì 13 giugno 2008

SCALOPPINE!

La ricetta delle scaloppine è una di quelle che sicuramente preferisco. Non ci vuole niente a prepararle e il risultato è sempre davvero ottimo. Di sicuro si tratta di una preparazione che rende più grassa e calorica la carne ma alla fine le fettine risultano molto gustose. Il tempo di preparazione è ridotto, il che significa che probabilmente durante il procedimento non finirete di ascoltare School Bus, l'album di Bob Log III che consiglio per questo piatto

Gli ingredienti, come in generale tutti quelli di questo blog, sono assolutamente reperibili e anzi si raccattano in casa facilmente.

Allora, per 4 persone:

Fettine di vitello sottili (o carpaccio)

burro

farina

sale

vino bianco

Dopo aver battuto le fettine, le stendiamo nella farina mettendovi sopra un pizzichino di sale su entrambe i lati.
Anche per questa ricetta, così come per le cotolette, io preferisco il carpaccio...ma questi sono gusti personali...
nel frattempo preparo una padella con qualche cucchiaio di burro e quando è caldo inizio a mettere le prime fettine.
Metto le fettine un pò alla volta, ovviamente dipende dalla dimensione della padella.
Se non ho una padella grande abbastanza per cuocere tutte le fettine contemporaneamente, le faccio un pò alla volta.
L'importante è che al momento di mettere il vino bianco le fettine (o il carpaccio) siano TUTTE nella padella insieme. non si sfumano un pò alla volta. Vanno fatte sfumare con mezzo bicchiere abbondante di vino bianco tutte insieme perché così il sapore non è troppo diverso fettina per fettina, e poi per non perdere troppo tempo col burro che altrimenti diventa troppo scuro e tossico.

Questa ricetta è davvero semplice e si può fare tranquillamente perché con il minimo sforzo il risultato è assicurato.

Volevo infine aggiungere una variante gustosissima. Io non amo la carne di pollo, e la mangio solo in alcuni casi. Un esempio è quando viene utilizzato il petto di pollo e viene cucinato con questa ricetta delle scaloppe al posto della carne di vitello.
E' più economico, forse anche più leggero e comunque ogni tanto si può provare...

martedì 10 giugno 2008

Pennette lardiate al cartoccio (quando la solita arrabbiata non basta).

Quante volte avete mangiato pennette all'arrabbiata?
un casino!
E l'amatriciana?
Ancora di più.
Vi siete rotti i cosidetti?
Allora provate questa ricetta che sembra ricercata ma non lo è affatto, è di facile preparazione e sicuramente non deluderà i vostri palati (raffinati o trogloditi che siano).

Io adoro la roba al cartoccio, è più forte di me ma aprire l'involucro di stagnola ed annusare i profumi che si sprigionano è davvero un piacere quasi sessuale, eppoi ciuascuno ha "il suo" quindi la consueta "guerra delle porzioni" verrebbe evitata sul nascere.

Pennette lardiate al cartoccio
Ingradienti per 4 persone:

carta stagnola (altrimenti che cartoccio è?)

500 gr di pennette rigate (anche sedanini vanno bene, però stiamo parlando di pennette eccheccaspita!)

300 gr di salsa di pomodoro, a pezzettoni va benissimo ma anche i pelati in scatola (che consiglio, ma ricordatevi di spezzarli però), le marche anche più economiche sono bene accette, quando vedrò uno studente che puntualmente si prepara il sugo da sè (bollire pomodori, spellarli etc) allora voglio anche vedere il suo libretto degli esami!

2 peperoncini piccanti freschi (anche secchi, l'importante è che siano piccanti)

1 cipolla media

150 gr di lardo tagliato fine

200 gr di guanciale tagliato grosso

un mazzetto di prezzemolo

pepe nero quanto ne volete

pecorino romano in quantità




Preparazione:
Allora, mettete come al solito la pentola con l'acqua della pasta sul fuoco e preparate una padella per il soffritto.
Tritate la cipolla, tagliate a dadini il guanciale e versate tutto nella padella con un pò di olio d'oliva, dico poco perchè il guanciale sciogliendosi ungerà a dovere la padella, quando la cipolla inizia a dorarsi mettete nella padella i due peperoncini spezzati a metà (in modo che possano uscire i semini ed il sugo inizi ad "arrabbiarsi") , fate andare il tutto a fuoco moderato (se vedete che la cipolla "sfrizzica" troppo, abbassate la fiamma), pepate.
Quando sia il lardo sia la cipolla iniziano a colorarsi versate la salsa di pomodoro nella padella, allungate con un pò (un mezzo mestolo) d'acqua di cottura e lasciate che il sugo faccia il suo corso, lasciatelo "pappetiare" a fiamma bassa per circa 20 minuti, se notate che si asciuga troppo mettete un altro pò d'acqua, altrimenti calma, calma, calma....zzzz.
Non addormetatevi, l'acqua inizia a bollire! Buttate la pasta!
Nel frattempo tagliate a listarelle sottili sottili e lunghe il lardo e mettetelo da parte ed iniziate a tritare il prezzemolo.
Scolate la pasta al dente!
Ben al dente, circa 2 minuti e mezzo prima del tempo di cottura e dopo averla scolata versate il tutto nella padella, girando e rigirando con un cucchiaio da cucina.
Ora viene il bello: iniziate a riempire i cartocci* e prima di chiuderli stendete sulla pasta fumante delle belle listarelle di lardo indi una generosa spolverata di pecorino e per finire un bel pò di prezzemolo tritato, chiudete i cartocci e schiaffateli nel forno caldo (200 gradi) ed il gioco è fatto. (se in caso vi sembra troppo secco il sugo aggiungete se proprio dovete un filino di olio prima di infornare, ma il lardo sciogliendosi dovrebbe fare la sua parte!).

Ora dovrete stare per circa 8/10 minuti seduti su una sedia a osservare in stato di semi-incoscienza i cartocci nel forno, mi raccomando, questo passaggio è fondamentale per la buona riuscita del piatto!
Finita l'attesa, se siete ancora in possesso delle vostre facoltà mentali potete godervi questo bel piatto che ha del rozzo e del raffinato, proprio come lo studente modello.

Da abbinarsi ad un vino rosso sincero, un bel sangiovese direi, ma che non costi più di 5 euro!

Se mentre cucinate mettete sul piatto* "Earth 2" degli Earth scoprirete che al termine del lato A il sugo sarà pronto.

*non sapete fare i cartocci? siete degli impediti!
uff, allora: prendete un bel foglio di stagnola, tagliatene un bel pezzo grande ed incurvatelo un pò "a barchetta", ora versateci dentro la pasta ed il resto, poi richiudetelo vedendo bene di arrotolare le estremità, anche se lo lasciate un pò aperto al centro fa nulla, i cartocci poi metteteli in una teglia da forno o in una sperlunga o dove c...o volete, l'importante è che non vadano a diretto contatto con la fiamma altrimenti si aprono e addio magnata.

*giradischi, non piatto di portata!

Byeeee Nick


Ps
La pasta andrebbe mangiata nel cartoccio stesso naturalmente, ed il cartoccio andrebbe infilato nei piatti di plastica, ma visto che dobbiamo essere ecocompatibili anche i piatti normali vanno bene!

Pps
Ma la morte sua sono i piatti di plastica! Credetemi!

domenica 8 giugno 2008

LA COTOLETTA


Anche se questo blog si occupa prevalentemente di primi piatti (che in genere offrono un maggiore senso di sazietà) oggi vediamo la preparazione di uno dei piatti tipici della tradizione italiana: la cotoletta. A differenza di quanto molti studenti credono, la cotoletta non è difficile da fare e costituisce un piatto davvero completo e sostanzioso, da un lato offre le proteine presenti nella carne e nell'uovo, dall'altro i carboidrati del pan grattato.
Iniziamo col dire che, come ogni ricetta "tradizionale", questa presenta un gran numero di varianti. La versione che io propongo è che quella che, almeno io, ritengo la più saporita e semplice da fare ed è quella che poi rientra nel procedimento più canonico.
Allora, per preparare le cotolette per 4 persone sono necessari:

almeno 4 fettine di vitello- o carpaccio di vitello che è quello che io preferisco per le cotolette
un uovo

un bicchiere scarso di pan grattato (100 g)

parmigiano reggiano grattugiato (facoltativo)

prezzemolo

sale

un pizzichino di pepe nero

olio d'oliva

Io preferisco le cotolette di carpaccio di vitello. Le singole fettine di carpaccio si restringono molto ma alla fine saranno più croccanti e saporite. Nel caso in cui si scelga di mettere il carpaccio la quantità di fettine deve ovviamente essere molto più alta, almeno 3/4 fettine di carpaccio a testa.

Per prima cosa è necessario sbattere l'uovo e aggiungere il prezzemolo tagliato a pezzetti non troppo sottili, il sale e il pepe nero (giusto un pizzico).
Le fettine diventano più buono quando restano per un po' immerse nell'uovo. Io le tengo di solito tutte nel piatto dove c'è l'uovo, dopo una mezz'oretta passo ogni singola fettina in un piatto su cui stendo il pan grattato. Alcuni preferiscono il pane grattugiato ma garantisco che il pan grattato rende più friabile la cotoletta. Un'importante modifica (credo pugliese) al piatto tradizionale può essere l'aggiunta di parmigiano reggiano al pan grattato. Rende sicuramente più saporita la cotoletta, ma anche più calorica, quindi non so, fate voi. Sicuramente il risultato è più pesante, ma secondo me più buono.
Dopo aver passato ogni cotoletta nel pan grattato, la ri-immergo di nuovo nell'uovo e ripeto il passaggio con tutte. Questa doppia impanatura permette un maggiore mantenimento del pan grattato.
Nel frattempo preparo una padella con l'olio d'oliva. Premetto che la cotoletta alla milanese di solito si fa col burro, ma dato che questo blog non segue le ricette tradizionali ma viene postato solo quello che viene ritenuto più buono, saporito e sano, io garantisco che l'olio d'oliva migliora il risultato finale.

Le cotolette poi vengono cotte fin quanto non diventano dorate.
Per preparare le cotolette consiglio di ascoltare i Pixies, anzi "Gouge away"... io quando cucino e metto i Pixies mi prendo bene, canto e ballikkio tra i fornelli...

Fatemi sapere un po' la versione che preferite...



venerdì 6 giugno 2008

Pasta ricotta e salsiccia

Avete ospiti a cena e non avete ne voglia ne tempo di ordire grandi manovre in cucina?
Ecco un piatto gustoso e sostanzioso al punto giusto che soddisfa anche gli stomaci più agguerriti.

Per cucinare la pasta con ricotta e salsiccia non ci vuole un cuoco provetto, di sicuro però ci vuole la ricotta e la salsiccia (fresca naturalmente), alcuni preferiscono la panna ma a parer mio è troppo pesante e sicuramente meno gustosa della ricotta (che è buona anche sul pane o per condire la salsa di pomodoro).

Per la preparazione di questo semplice primo piatto regolatevi con circa 50 gr di ricotta ed una salsiccetta per cranio, se le salsicce sono molto grandi ne bastano anche 3 per 4 persibe o 2 per 3, insomma regolatevi voi, però non siate avari di condimento perchè altrimenti il piatto diventa una volgare pasta e ricotta (niente contro questa pietanza, ma presentarla agli ospiti pare eccessivo!).

Allora dicevamo:
Pasta ricotta e salsiccia per 4 studenti:

500 gr di pasta grossa preferibilmente "paccheri" anche chiamati "denti di cavallo"*

200 gr di ricotta

4 passi di salsiccia (dolce o piccante, a seconda dei gusti)

1 noce di burro

pepe nero e parmigiano a volontà

Preparazione:
Mettete a bollire molta acqua in una pentola per la pasta ed intanto dedicatevi al soffritto.

Spelate le salsicce e con una forchetta sminuzzate la carne in un piatto, dopo aver fatto ciò mettete sul fuoco una padella (a fiamma non troppo alta) e lasciate sciogliere il burro, quando la padella sarà ben unta (dopo pochi secondi), versate le salsicce sminuzzate nella padella e fatele cuocere finchè non prenderanno una colorazione bruna, per non rischiare di bruciarle aggiungete se necessario di tanto in tanto un pò d'acqua, non vino!
Ne bianco ne rosso! la ricotta è prodotta con il latte e latte e vino fanno acido, lo sanno anche i bambini!

Quando vedete che le salsicce stanno colorandosi, ponete in un recipiente la ricotta e dopo aver versato un mezzo mestolo di acqua di cottura iniziate a "sbattere" la ricotta con una forchetta in modo da risultare una gustosa cremina (regolatevi con l'acqua a seconda se la crema vi piace più liquida o più consistente, io vi consiglio che di puntare più sul consistente!) .

Fatto ciò tritate pepe nero a volontà aggiungere un bel cucchiaio di parmigiano (soprattutto se vi viene troppo cremosa, il parmigiano la farà addensare un pò).

Scolata la pasta (che spero avrete messo a cuocere nei tempi morti della ricetta invece di stare seduti in cucina a non fare un cazzo) versatela nel recipiente (bello grosso, tipo insalatiera)con il composto di ricotta e fate una bella girata, indi versate anche la salsiccia con tutto il "sughetto" che si è venuto a formare nella padella (però se è troppo buttatene un pò, di unto dicevo!!) e come al solito gran spolverata di parmigiano.

Vedrete che i pezzettini di ricotta si insinueranno dentro gli "scaffettoni" così ogni boccone avrà il suo gustoso interno di salsiccia, servite in piatti piani e fate megaporzioni, innaffiate il tutto con un qualsiasi vino rosso che non sia nocivo all'organismo umano, consiglio un lambrusco di modena, secco naturalmente! (anche una peroni può andar bene, ghiacciata naturalmente!)

Mentre vi accingete a cucinare questa deliziosa nonchè leggerissima portata vi consiglio di ascoltare "War Pigs" dei Black Sabbath da "Paranoid"che aiuta la digestione e riporta il buon umore (soprattutto a chi dovrà lavare le pentole).


Evvualà Buona Magnata!


*paccheri o "denti di cavallo" formato di pasta regionale campano, dalla forma potete capire il perchè di tale nomignolo.





Alla prossima

Nick













giovedì 5 giugno 2008

Della Carbonara o meglio, "della Carbonara del 2-2".

La carbonara, in tutte le sue numerose varianti è insieme alla "pasta col tonno" la pietanza preferita dagli studenti di tutte le età, le motivazioni di questa preferenza sono ovvie, la carbonara è un piatto sostanzioso, un piatto unico quasi, gli ingradienti sono di facile reperibilità ed è semplice da preparare... oh.. un momento... ho detto facile da preparare?? forse ho parlato troppo presto!
La carbonara fa parte di quei piatti molto "semplici" come "ajo oio e peperoncino", "cacio e pepe", "gricia", piatti della tradizione romana generalmente semplici ma quindi "assolutamente difficili" da preparare perchè se si sbaglia qualcosa si vede subito nel risultato finale, insomma se si sbaglia a fare un piatto del genere diventa una schifezza, e se si mangia lo si fa solo per fame (unico ingradiente che non manca mai alla tavola dello studente); per redere l'idea immaginatevi un'equazione lunga e complessa, se c'è un piccolo errore non ve ne accorgerete se non siete proprio esperti matematici, il risultato sarà diverso però la bellezza e la complessità delle operazioni rimarrà inalterata, invece pensate ad una semplice operazione tipo: "3x3=9" ecco, se leggete "3x3=8" il tutto risulta immediatamente inaccettabile, non esiste, e nessuno mai potrà accettarlo.. ecco, la carbonara è 3x3 ed il risultato dev'essere sempre 9!

Ci sono diversi tipi di carbonara, carbonara alla vaccina, carbonara "vegetariana", carbonara di pesce spada, carbonara allo speck e fiori di zucca, carbonara classica.
La carbonara che vorrei illustrarvi ora è la cosidetta "Carbonara del 2-2", perchè questo nome? ve lo spiego subito.
Mi trovavo a casa di un mio amico nei meandri del quartiere Pigneto, a Roma, si disputavano gli Europei di 4 anni fa e l'Italia vinceva comodamente contro la Bulgaria, ma la nostra attenzione non era tanto focalizzata sul risultato dell'Italia ma più che altro sul risultato delle altre squadre del girone, appunto svezia e danimarca, se la partita finiva 2-2 l'Italia veniva eliminata.
La partita fra le due squadre nordiche finì guarda caso proprio 2-2 (alla faccia dell'onestà e correttezza tipica dei paesi scandinavi!) e l'unica nota positiva di quella giornata fu appunto la carbonara che cucinò il caro amico Marco "de Latina", che insieme a numerose peroni ghiacciate rinfranco lo spirito distrutto dalla delusione europea..

"CARBONARA DEL 2-2"
Per 4 studenti:

500 gr di Bucatini

6 Uova

200 gr. di Pancetta tesa affumicata

150 gr. di Guanciale

1 Cipolla bianca media

Olio d'oliva poco

1 Bicchiere di vino bianco di Frascati

Pepe nero tritato

Pecorino gratuggiato a volontà

Per prima cosa mettete l'acqua della pasta, abbondante perchè i bucatini "vogliono molta acqua", ricordate di salare in ebollizione (poco sale perchè i salumi sono già salati e nell'uovo un pizzico di sale ci va).
Mentre qualcuno inizia a stappare le birre rompete 5 uova in un piatto fondo e del sesto uovo solo il tuorlo, iniziate a sbatterle con la forchetta ed aggiungete un pò di pecorino, un pizzico di sale ed un pò di pepe nero (dico "un pò" in quanto se mettete tutto subito il pepe nero rimarrà come vedrete tutto attaccato ai bordi del piatto), quando tuorli ed albumi saranno mischiati fermatevi e poggiate il piatto dove nessuno può farlo rovesciare (in caso succeda "fateve na' gricia"*).
Tagliate a listarelle o dadini il guanciale e la pancetta, tritate la cipolla con una lunetta o altrimenti fatelo con un coltello, poco importa, e schiaffate tutto in una padella con un pò, dico un pò, di olio d'oliva (il guanciale si scioglierà e ungerà a dovere il soffritto, quindi olio proprio poco, giusto per far cuocere un pò la cipolla) e spolverate di pepe nero.
Quando la cipolla del soffritto sarà biondo paglierino e l'aroma del guanciale invaderà tutta la cucina, allora potete innaffiare il tutto con un bicchiere di vino bianco.
Intanto spero abbiate messo a cottura i bucatini perchè l'acqua già bolle da un pezzo!
Scolate la pasta al dente! mi raccomando! al dente altrimenti viene una pappetta immangiabile!
scolateli un paio di minuti prima del tempo di cottura, o cmq assaggiate, tagliate un bucatino in due e se si vede ancora l'aureola (il cerchio bianco che alberga l'interno del bucatino quando ancora non è completamente cotto) ed il bucatino non è duro allora potete scolarla!
ed ecco che viene il bello!
LA MANTECATURA! (la riuscita della carbonara dipende all'80% da una buona mantecatura).

Mantecare mezzo chilo di bucatini in una padella è quasi impossibile, a meno che non avete padelle da cuoco professionali altrimenti vi consiglio di usare la pentola della pasta, è meglio per tutti!
Nella pentola ancora calda mettete i bucatini ben scolati e versate le uova mescolate stando attenti a girare continuamente il tutto con un cucchiaio da cucina, indi versare il contenuto della padella, mescolando sempre continuamente mentre a voce alta chiamerete qualche fannullone a grattare indefessamente pecorino nella suddetta pentola.
quando tutto è dentro la pentola allora bisogna avere la sensibilità di capire quando la "crema" è pronta, ovvero quando non è liquida ne "a frittatina", se in caso vi sembra ancora liquida accendete il fuoco, basso mi raccomando! e date un'ulteriore scaldatina continuando a mescolare!
Ora che la mantecatura è terminata disponete tutto in piatti piani e lasciate ad ognuno l'onere e l'onore di grattugiarsi quanto pecorino vuole, idem per il pepe nero.
Il frascati che avete usato per il soffritto andrà benissimo per accompagnare il pasto, ma se avete usato "vino da battaglia" allora anche una bionda sincera (peroni, moretti etc) non guasta per nulla!
Musica consigliata per la preparazione: "Jimmy Jazz" dei Clash dall'album "London Calling".

Buon Appetito

ps.
quest'anno spero di cucinare una carbonara durante la partita con la Francia, che sò, magari una carbonara alla "Italia-Francia 4-0", di certo sarà gustosa! qualsiasi sarà il suo sapore!.

BYEEE

Nick


*Gricia: Una specie di carbonara senza uova, ma questo piatto ha molta più dignità della semplicistica spiegazione che vi ho appena dato, ci sarà tempo per parlarne!

martedì 3 giugno 2008

Introduzione alla cucina di sopravvivenza.

Siamo quello che mangiamo, quante volte avete letto questa frase?
Innumerevoli.
Ciò che mi spaventa è che se veramente siamo ciò che mangiamo l'umanità non è proprio una gran cosa, e soprattutto i fuorisede e gli studenti, sempre alle prese con scatolette di cibi pronti, buste "sorpresa" di risotti knorr o varie confezioni di primi piatti precotti da infilare in freezer etc etc etc.
Insomma basta!
Ogni volta che osservo una zuppa in scatola penso che questa roba dovrebbe uscire dal mio corpo e non entrarci.
In 5 lunghi anni di militanza studentesca ho cercato di evitare il più possibili questi surrogati gastronomici, son arrivato alla fine ad una sorta di "cucina di sopravvivenza" osservando 3 dictat fondamentali:

1) Semplicità

2) Sostanziosità

3) Economicità

Il perfetto pasto dello studente di solito è un unico piatto, uno studente non ha mai voglia di cucinare ma ha sempre voglia di mangiare, un piatto unico è composto solitamente da insalatone ultracondite accompagnate da mezzo chilo di pane casareccio, piatti di pasta enormi (una porzione studentesca si aggira dai 150 ai 300 gr di pasta) e quando il portafoglio lo permette bisteccone di carne "alla Flinstones", non si può dire che questa alimentazione sia da considerarsi sana, però è possibile bilanciare questo precario equilibrio in modo che si riesca a garantire almeno una conservazione della specie (studente).

Questo blog sarà di tanto in tanto aggiornato con semplici ricette, consigli e talvolta aneddoti che possano in qualche modo aiutare e divertire chiunque che come me adora mangiare (bene) ma non può permettersi di andare sempre a cena fuori, il tutto condito in salsa punkrock, in quanto non c'è momento migliore per ascoltare musica che davanti i fornelli!

A breve la prima ricetta!

Nick "Micronde" Z